Victor Basterra e le foto dei desaparecidos argentini
Di Paolo Brogi
Foto terribili quelle che Victor Basterra riuscì a far uscire dal lager argentino dell’Esma. Le foto dei “desaparecidos” e dei loro aguzzini…
Victor Basterra fotografo e tipografo, scampato ai massacri dei militari argentini, è morto. Si devono a lui le foto dei “desaparecidos” fatte uscire dai locali in cui venivano torturati e poi uccisi nel corso degli anni ’70, in particolare dall’Esma la scuola militare della marina a Buenos Aires.
Basterra era stato arrestato, per le sue simpatie peroniste verso i “montoneros”, poi aveva subito interrogatori e torture, ma dopo sei mesi gli aguzzini avevano deciso di utilizzarlo per le sue capacità di fotografo e tipografo. Così l’avevano messo a produrre documenti fasulli per i militari che operavano clandestinamente. Tra i documenti che Victor fece c’era anche quello di Gelli, amico dei golpisti argentini.
Nel suo piccolo laboratorio fotografico dentro l’Esma Basterra scoprì i negativi di foto fatte a detenuti. Lui ne realizzò altre, soprattutto di militari. Era il 1976. Basterra ha lavorato in questo modo fino al 1982, quando per la guerra delle Malvinas il regime militare decise di attenuare le condizioni di detenzione permettendo anche qualche uscita dall’Esma durante il giorno.
Fu così che Basterra cominciò a portare fuori le foto che aveva custodito nel suo piccolo laboratorio. Era il 1982. La dittatura finì l’anno successivo. Le foto di Basterra sono poco dopo finite in tribunale a Buenos Aires nel primo dei processi promossi contro i militari assassini. Sono foto terribili, mostrano il volto di vittime giovani e meno giovani, spesso con i segni delle percosse sui loro lineamenti. Come Graciela Alberti, col suo occhio pestato. O come Fernando Brodski, giovanissimo in canottiera, o Ida Adad, colpevole di essere andata a chiedere conto di sua figlia scomparsa nel nulla.Abbiamo mostrato a Roma queste foto nel corso di un incontro pubblico con Victor Bacterra, venuto in Italia per testimoniare in un processo sui desaparecidos.
La mostra e l’incontro avvennero nel giugno del 2010 alla Casetta Rossa di Garbatella. Tutt’intorno allestimmo quella serie di immagini grazie al lavoro di Carlo Ambrosoli e qualche altro. L’incontro fu partecipato e denso di emozioni. Una ex detenuta dei golpisti brasiliani riuscì nell’occasione a parlare per la prima volta delle cose che le erano capitate allora e che succedevano nel cono sud dell’America latina. Poi in seguito ho avuto l’occasione inaspettata di conoscere Marcelo Brodski, fratello maggiore di Fernando, artista e fotografo.
Qui di seguito alcune di quelle terribili foto…