Thomas Sankara il “Che Guevara africano”
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Thomas Sankara il “Che Guevara africano”

« L’imperialismo è un sistema di sfruttamento che si verifica non solo nella forma brutale di chi viene a conquistare il territorio con le armi. L’imperialismo avviene spesso in modi più sottili. Un prestito, l’aiuto alimentare, il ricatto. Stiamo combattendo questo sistema che permette a un pugno di uomini di governare l’intera specie »

Thomas Isidore Noël Sankara , noto anche come Tom Sank, è comunemente considerato il “Che Guevara africano”;  figura carismatica e teorico del panafricanismo fu il primo presidente del Burkina Faso.

Nacque a Yako nel 1949 ma all’età di diciannove anni si trasferì in Madagascar dove oltre a ricevere una formazione militare, fu letteralmente folgorato dalle teorie filo marxiste di Adama Touré (militante del Partito africano dell’indipendenza).

Fece ritorno nell’Alto Volta(cosi era denominato il Burkina Faso prima di Sankara) nel 1972; le idee di rivoluzione e di liberazione del popolo africano dall’oppressione del capitalismo straniero, spinsero lui e altri giovani ufficiali a formare un’organizzazione segreta chiamata Regroupement des Officiers Communistes (ROC), cioè Gruppo degli Ufficiali Comunisti; questa iniziò a compiere azioni di guerriglia contro il regime del colonnello Saye Zerbo, che per attutire la tensione nominò il comandante Sankara Segretario di Stato. Dopo nemmeno un anno dalla sua nomina, indignato dal lusso e dagli sprechi dell’élite militare, rassegnò le dimissioni e fu arrestato pronunciando una celebre frase: “Guai a prendere in giro il popolo”.

Nel 1982 un altro colpo di stato portò al potere Jean-Baptiste Ouédraogo; questi non potendo ignorare la popolarità del comandante Sankara, lo nominò Primo Ministro, convinto di accattivarsi le simpatie del popolo.  Ma le politiche contro lo sfruttamento degli oppressi , incrinarono da subito il rapporto con Ouédraogo, raggiungendo il culmine della rottura durante la visita di Jean-Christophe Mitterrand, figlio dell’allora presidente francese François Mitterrand; in un clima di proteste e malcontento, il presidente Ouédraogo decise di arrestare Sankara e altri membri della sua corrente ritenendoli responsabili delle proteste. La notizia dell’arresto provocò una sommossa popolare che mise alle stretta il presidente costringendolo a liberare il comandante Sankara.

Alla prematura età di 35 anni fu eletto presidente, in seguito al colpo di stato guidato dal suo amico Blaise Compaoré, supportato militarmente dalla Libia. Uno dei suoi atti più significativi fu il cambio del nome del proprio paese in Burkina Faso, ovvero “Terra degli uomini integri”, cambiò anche inno e bandiera.

La sua attività politica fu ispirata dalle figure rivoluzionarie del tempo, Castro e Che Guevara; definendo la sua ideologia antimperialista, si rifiutò di pagare il “debito” verso le potenze occidentali e sollecitò tutti i paese africani a fare la medesima cosa, guadagnandosi così la scomoda antipatia degli USA e della NATO. Condannò, durante un discorso all’ONU, l’imperialismo e lo sfruttamento delle popolazioni oppresse, avanzando richieste di espulsione per Israele e per il Sud Africa, colpevole,  in quel periodo, di detenere  in prigione Nelson Mandela.

La sua politica interna si costruiva sulle basi del socialismo;  i suoi principali provvedimenti miravano ad una concreta redistribuzione della ricchezza. Fornì due pasti e cinque litri d’acqua al giorno a ciascun cittadino burkinabé, fornendo assistenza sanitaria e una massiccia campagna di vaccinazioni, incentivò la costruzione di scuole ed ospedali, promosse una campagna di rimboschimento (10 milioni di alberi vengono piantati per contrastare l’avanzata del Sahel), la ridistribuzione delle terre ai contadini, la soppressione delle imposte agricole, e creò un Ministero dell’Acqua, con funzioni ecologiche

L’Occidente però non poteva sopportare la libertà e l’indipendenza del giovane e carismatico presidente del Burkina Faso, che si era rifiutato di pagare il debito estero e aveva osato sfidare i grandi del mondo con il tentativo di rendere il povero Burkina autosufficiente e libero da ricette economiche di stampo neocoloniale. Così il 15 ottobre 1987 venne freddato dai suoi stessi compagni, il colpo di stato fu organizzato dal suo amico e collaboratore  Blaise Compaore con l’appoggio di Francia e Stati Uniti.

Ecco la ricostruzione dell’attentato: Sono le 16 del pomeriggio a Ouagadougou. In programma per il pomeriggio ci sono tre riunioni speciali per il gabinetto di governo. Alle ore 16,30, il Presidente, a bordo di una Peugeot 205 nera si dirige alla sede del Consiglio Nazionale della Rivoluzione, ma dopo pochi minuti che la seduta ha inizio ecco un rumore improvviso. Mezzi in avvicinamento, macchine o camion, non si sa. Il rumore si fa sempre più intenso e poi repentino al posto del singhiozzo delle vecchie Reanult ecco il più sordo crepitio delle raffiche di mitra. Uomini armati sparano contro l’edificio, hanno fucili d’assalto, armi leggere e granate. Sankara esce mani in alto e viene freddato da una raffica, e insieme a lui vengono uccisi altri 12 ufficiali e membri del governo: Noufou Sawadogo, Amadé Sawadogo, Abdoulaye Guem, Der Somda, Wallilaye Ouédraogo, Emmanuel Bationo, Paténema Soré, Frédéric Kiemdé, Bonaventure Compaoré, Paulin Bamouni, Christophe Saba, Sibiri Zagré. (fonte Africarivista.it)

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