Sicurezza pubblica nella pandemia: mafie e criminalità hanno terreno fertile
La pandemia da Covid-19, oltre alle evidenti problematiche legate alla sanità, comporta dei rischi inerenti alla sicurezza pubblica dei cittadini. La crisi sanitaria è terreno fertile per i fenomeni criminosi per via di almeno due aspetti fondamentali: il primo di carattere prettamente economico, il secondo riguarda invece un aspetto più di tipo sociale ma che è comunque ricollegabile al discorso economico.
Dal primo aspetto è possibile ritagliare due profili. In primis è importante considerare che le famiglie e le attività colpite dalla crisi necessitano di liquidità per svariati motivi: la continuazione dell’attività produttiva, il reperimento di beni e servizi essenziali, il sostentamento personale e, nel caso delle imprese, dei propri dipendenti, le tasse, gli affitti. Tutta questa domanda di liquidità per affrontare la crisi è soddisfatta in parte dallo Stato, ma in una buona misura, specie in Italia, la macchina statale non è in grado di colmare questo gap economico: la mafia sì. Ma non è solo questo il problema. Il secondo profilo riguarda invece la trasformazione delle attività economiche, nonché le imprese coinvolte più direttamente nello scontro con il Virus. La relazione del primo semestre del 2020 redatta dalla DIA preannuncia uno scenario inquietante:
“L’inedita difficoltà che il sistema produttivo del Paese sta vivendo oggigiorno a causa della
grave crisi sanitaria in corso deve essere considerata alla stregua di una grande opportunità per le organizzazioni criminali sempre rivolte ad ampliare i loro affari tanto nei comparti già da tempo infiltrati quanto in quelli afferenti a nuovi campi di attività. Del resto, e per fronteggiare la situazione di emergenza, sarà inevitabile uno snellimento delle procedure d’affidamento degli appalti e dei servizi pubblici. Tutto ciò comporterà seri rischi di infiltrazione mafiosa dell’economia legale, specie nel settore sanitario che rappresenta un
polo di interessi di enorme portata e peraltro appetibile anche per il controllo sociale che può offrire. Importanti investimenti criminali sono ipotizzabili nelle società operanti nel c.d. ciclo della sanità, siano esse attive nella costruzione e ristrutturazione di insediamenti ospedalieri, nella produzione e distribuzione di apparati tecnologici, di equipaggiamenti e di prodotti medicali, nonché nello smaltimento di rifiuti speciali, nella sanificazione ambientale e nei servizi cimiteriali e di onoranze funebri a causa della alta mortalità connessa alla pandemia da coronavirus che sta subendo l’Italia ed il mondo.”
Per comprendere il secondo aspetto invece, quello che riguarda più il sociale, basta guardarsi intorno nel proprio piccolo. Per avere un esempio concreto richiamiamo un episodio avvenuto nella città di Rende dove opera la nostra redazione. Verso la mezzanotte di ieri un noto negozio di abbigliamento, sito nella piazza del centro commerciale Metropolis, è stato luogo di un furto, la modalità con cui i malfattori hanno deciso di agire è quello della c.d. “spaccata”: demolire con un’auto rubata le porte di un’attività commerciale per fare razzia di ciò che è al suo interno. Questo avvenimento, guarda caso, si è consumato nelle ore in cui vige il coprifuoco in un punto dove sono concentrare molteplici attività commerciali. Possiamo quindi considerare due elementi: in primis che il misfatto è avvenuto durante le ore di coprifuoco, periodo in cui la città è praticamente vuota e quindi la socializzazione è inesistente; il secondo è il luogo, è stata colpita un’attività commerciale in un punto dove la presenza di negozi è notevole.
È evidente che le autorità locali e centrali devono prendere seriamente in considerazione questo tipi di effetti. Si badi, questi effetti non vanno solo intesi come criminosi e quindi affrontati con una logica, necessaria ma non sufficiente, di tipo operativo in senso stretto, ma bensì vanno anche interpretati come reazioni alla crisi economica e sociale che stiamo vivendo. È quindi fondamentale aumentare il controllo e il monitoraggio di zone sensibili negli orari di coprifuoco come poli commerciali e periferie, ma è ancor più importante affrontare la crisi economica, con un occhio di riguardo a quelle categorie di cittadini che sono afflitte dalla povertà, povertà e fame che possono sfociare in fenomeni di delinquenza.