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SERGIO MORO NUOVO MINISTRO DELLA GIUSTIZIA BRASILIANA

 

Bolsonaro sceglie il giudice federale Sergio Moro come ministro della giustizia per rafforzare il nuovo esecutivo. Moro è l’uomo che, con la sua inchiesta Lava Jato, ha fatto fuori Lula, Dilma Rousseff ed il Partito dei Lavoratori; una tangentopoli tutta brasiliana.

Il 10 Febbraio 1980, un gruppo di professori universitari, dirigenti sindacali ed intellettuali, tra cui Luiz Inácio Lula da Silva, nel pieno della dittatura dei gorillas, fondano il Partito Dos Trabalhadores, ovvero il Partito dei Lavoratori, gruppo socialdemocratico con idee progressiste. L’inchiesta Lava Jato di Moro in Brasile è l’equivalente di Mani Pulite di Antonio Di Pietro in Italia. Moro, con il suo operato, fece crollare il PT, arrestare Lula e deporre la Roussef; in poche parole abbattette il regime politico vigente e le sue autorità aprendo la strada a Jari Messias Bolsonaro.

Moro indagò sulla petrobras, compagnia petrolifera brasiliana, e sulle presunte relazioni tra essa e il PT, cosi da mettere fuori gioco Dilma e il suo predecessore Lula, adesso la compagnia petrolifera andrà nelle mani dei militari brasiliani ed l’incarico di dirigere il dicastero della giustizia a Sergio Moro; i primi grandi sostenitori di Bolsonaro da dove egli stesso proviene.

Ricordiamo che l’attuale Presidente Carioca, ex militare e nostalgico della dittatura, in un comizio affermava: “la legge deve tutelare la maggioranza, le minoranze si adeguano o spariscono.”, da questa affermazione comprendiamo quanto vale il concetto di democrazia per il neo-eletto Rappresentante della Repubblica Federale brasiliana.

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