Saper comunicare per vivere felici
Quanto è importante saper comunicare?
Oggi viviamo in una società dove la comunicazione, è un elemento di primaria importanza nella vita e nel rapporto delle persone; il termine deriva dal latino e significa “mettere in comune, condividere”. Nonostante la nostra società ci permette di avere ampie possibilità di comunicare, i rapporti interpersonali si vanno impoverendo.
Abituarsi ad avere una comunicazione sana, significa farsi conoscere e conoscere chi si ha di fronte, adeguando i nostri comportamenti al vivere sociale e al tempo stesso trasmettere al mondo qualcosa del nostro essere. Una efficace comunicazione è chiara, coerente, interessante e credibile, ma soprattutto, rispetta i destinatari; d’altronde, nella quotidianità si presentano ostacoli che rendono difficili la comunicazione tra le persone, specialmente quelli determinati dalla conflittualità sociale, dall’esperienza e dagli scopi perseguiti. L’elemento neutrale nella comunicazione è il livello di attitudine a ricevere l’informazione, legato alle motivazioni personali: “I giovani di oggi si illudono di essere pensanti. Il linguaggio e la comunicazione danno loro l’illusione di stare ragionando. Ma il cervello arcaico, maligno, è anche molto astuto e maschera la propria azione dietro il linguaggio, mimando quella del cervello cognitivo. Bisognerebbe spiegarglielo.” Così recita Rita Levi Montalcini nei “Due Cervelli”.
Per costruire una comunicazione efficace è fondamentale che l’obiettivo sia chiaro e non ambiguo, realistico e onesto, congruente con la situazione e con le risorse a disposizione. In assenza di tali elementi si potrebbe produrre una comunicazione falsata o peggio ancora manipolata; essa può nascere dalle difficoltà di espressione e comprensione, condizionata dal mancato stabilimento di un contatto efficace, ovvero privo di parole che promuovono empatia, sintonia e ascolto attivo; l’assenza di quest’ultimo è uno degli elementi più distruttivi per una corretta comunicazione. Spesso succede che, mentre una persona comunica, invece di mettersi in ascolto creando sintonia empatica, l’intercolutore, stimolato da un eccesivo ego individualistico, si estranea dalla conversazione, ipotizzando per assurdo, di possedere già le risposte giuste in merito alla discussione; per indenterci questo quotidiano fenomeno sociale, è il risultato ultimo di una società pericolosamente divisiva e incapace di condividere la collettività.
L’incomprensione arriva al culmine quando subentra il pregiudizio nei confronti dell’emittente, scaturendo giudizi e pensieri che sono limitativi nella costruzione di un rapporto sano e sincero.
“Il problema è capirsi. Oppure nessuno può capire nessuno: ogni merlo crede d’aver messo nel fischio un significato fondamentale per lui, ma che solo lui intende; l’altro gli ribatte qualcosa che non ha relazione con quello che lui ha detto; è un dialogo tra sordi, una conversazione senza né capo né coda. Ma i dialoghi umani sono forse qualcosa di diverso?” (Italo Calvino)