Tra “business” degl’alberi e deturpazione del verde urbano
Esiste qualche strana correlazione tra questo barbarico fenomeno di deforestazione e l’installazione della centrale a biomasse?
Ovviamente sì, questa è la risposta più consona a sciogliere ogni dubbio e riserva in merito, già in precedenza una nota testata giornalistica indipendente aveva sollevato il problema, palesando che questa cosiddetta “gara della legna”, in corso in tutta la provincia, serva essenzialmente per alimentare la caldaia della centrale di biomassa, costituita per il 60% da legno e il 40% da sansa esausta. Ma andiamo con ordine però e cerchiamo di capire meglio la situazione.
Premettendo , la “biomassa” è comunque una novità e un passo avanti per la tutela ecologica e lo sviluppo di sostenibilità rinnovabile, la sua efficienza però, deve essere sempre circoscritta all’interno di norme giuridiche e nel rispetto e tutela del patrimonio ecologico, perché se cosi non fosse le conseguenze sarebbero devastanti sia per l’ambiente, sia per la salute dei cittadini. Gli illustri affaristi del settore però, abili nel raggirare ogni cavillo giuridico, hanno bypassato questo passaggio; ed eludendo ogni controllo stanno barbaricamente deturpando il verde urbano e le foreste.
Ad oggi nessuno esperto è stato mai interpellato per valutare effettivamente se quel tipo di albero possa essere abbattuto, e nel far-west rendese, una terra senza regole dove regnano solo interessi clientelari, il risultato consegue in una devastazione paesaggistica e deturpazione del verde urbano; come ad esempio quella del torrente Surdo, area ad oggi sequestrata dall’autorità di competenza per indagini in corso. Studi certificati, infatti, affermano che l’eventuale uso massiccio di biomasse (per esempio alberi), ridurrebbe la capacità delle foreste di catturare anidride carbonica; quest’ultimo problema però, è facilmente gestibile con opportune politiche forestali e silvicolturali, attingendo da piantagioni di alberi a crescita rapida, come il pioppo ad esempio, coordinate mediante specifiche politiche sostenibili di gestione delle aree verdi.
A Rende e in tutta la provincia, pare che tale accortezza non sia minimamente tenuta in considerazione, non si è capito bene se esista un’effettiva progettazione in materia, un’azione condivisa da più enti e gestita secondo norma e logica.
L’unico dato certo è il barbarico e insensato atto di deturpazione del nostro patrimonio ecologico, l’abbattimento indiscriminato, di alberi centenari, il tutto per alimentare scopi e interessi economici dei soliti pochi.