Rende: Iantorno in otto punti sbertuccia le inutili illazioni del Laboratorio “Cinico”
di Pierpaolo Iantorno
Buongiorno e buona domenica amici di Facebook e non solo…
In assenza di argomenti, contenuti e risultati d’impatto accontentiamoci degli ultimi strepitii della banda civica di sciasciana memoria (Leonardo Sciascia, 1961, “Il giorno della civetta”)
Ci sono, però, delle precisazioni da fare per verità e onestà intellettuale
Primo: non avevo e non ho bisogno di fare politica nella nostra città, e solo a Rende, per motivi di lavoro, professione, interesse, notorietà e visibilità. Il mio umile impegno è esclusivamente una questione di amore e passione verso la nostra città ed i miei concittadini, il desiderio di contribuire con le mie modeste capacità e competenze al superamento di una fase degradante e declinante che quest’amministrazione non è riuscita a realizzare, anzi ha aggravato con il rischio concreto dell’irreversibilità in termini culturali e sociali oltre che amministrativi e politici. Netta, abissale, è la differenza, la distanza da questi signori sul piano valoriale.
Secondo: le mie ambizioni personali mai nella vita mi hanno condizionato nei rapporti interpersonali e sono sempre stati e saranno subordinati al superiore interesse collettivo. Infatti, quando ho compreso la situazione, la sua gravità e la sua irreparabilità, non ho esitato a dimettermi nonostante il consenso ottenuto frutto di lavoro serio, onesto e trasparente al servizio della comunità rendese. Del resto sono stato incaricato per ben due volte di deleghe, peraltro “non commerciali” come personale, patrimonio, bilancio e tributi, i cui risultati positivi sono stati apprezzati da tutti. La seconda volta ho accettato, con riserva, solo per senso di responsabilità nei confronti della città anche per evitare il dissesto finanziario e completare il lavoro su personale, patrimonio e tributi. Pratiche che questi signori a tutt’oggi non sono riusciti a concretizzare.
Terzo: sul Cimitero, così come a suo tempo sul Canile (progetto fortunatamente “abortito”), è sufficiente visionare i verbali di Giunta e delle varie riunioni anche in Commissione Bilancio e Patrimonio oppure chiedere ai consiglieri dello stesso Laboratorio Civico e dell’intera maggioranza per conoscere il mio pensiero al riguardo, favorevole al consolidamento, ammodernamento e ampliamento dell’attuale sito al Centro Storico.
Quarto: il Castello Normanno-Svevo e palazzo Bucarelli sono nei fatti concessi a soggetto privato, ci sono gli atti amministrativi a partire dalla gestione commissariale che autorizzano l’utilizzo dei locali, la direzione artistica museale, l’apposizione delle targhe, il tutto in cambio delle periodiche donazioni di opere d’arte. In caso contrario sarebbero occupazioni abusive.
Quinto: le vicende Tennis Club, Parco Acquatico e Marco Lorenzon hanno registrato ripetutamente la mia esclusione da assessore al patrimonio tant’è vero che la proposta del Dirigente sulla concessione dello stadio con diritto di superficie fu portata direttamente in Consiglio senza passaggio in Giunta. Sono pratiche, insieme ad altre faccende come il PSC, di assoluto interesse superiore per le quali il mio intervento è stato richiesto strumentalmente (incontri con i consulenti per il Tennis Club, gli avvocati per il Parco Acquatico ed i tifosi della squadra di calcio tanto per citare alcuni episodi) ovvero resosi necessario per evitare ulteriori danni (revoca della concessione sul Parco Acquatico, superamento della volontà sul Marco Lorenzon, risoluzione delle questioni ex Contatto ed ex CUD, quest’ultima ancora non concretizzata).
Sesto: la scelta politica e la conseguente procedura di gara relativa al Palazzetto dello Sport sono atti successivi alla mia fuoriuscita da quest’amministrazione. Anche in questo caso si può ricorrere ai verbali di Giunta ed alle testimonianze dei consiglieri per conoscere il mio pensiero sul punto, favorevole ad una gestione pubblica con il coinvolgimento attivo della Rende Servizi e tutte le associazioni sportive, culturali e ricreative presenti sul territorio.
Settimo: non avevo dubbi sulla reazione del Capo a mezzo della sua creatura, metodo tipicamente suo. Siamo a tre risposte che poco hanno di amministrativo e politico, né può essere diversamente da attacchi personali di bassissimo livello, infondati e ingiustificati, cui, pur sforzandomi nella disponibilità di materia, non riuscirei per natura e rettitudine morale a replicare.
Ottavo: tutto quanto sta accadendo dal mese di maggio 2020, con passaggi consiliari di luglio e settembre dello stesso anno, certifica le ragioni e la validità delle stesse del mio allontanamento volontario da quest’amministrazione. Ho sbagliato a credere in un progetto di cambiamento e rinnovamento, falso alla luce dei fatti. Sono stato raggirato e ingannato così come il popolo rendese. Rafforzato da quest’esperienza, intendo contribuire a rimediare.
P.S.: sono bancario a tempo indeterminato e pieno dal 23 novembre 1992, anche lì con buoni risultati.