Piano Covid, il Commissario Cotticelli si dimette: il balletto delle responsabilità
Si dimette il commissario per la sanità ad acta Saverio Cotticelli. Dopo l’intervista shock di Titolo V, Cotticelli afferma che il piano Covid non è ancora stato elaborato.
Dopo il terremoto mediatico che ha colpito nuovamente la Regione Calabria, il Commissario ad acta per la gestione sanitaria si dimette. La trasmissione Titolo V ha intervistato il Generale dei carabinieri in pensione, dove si è appreso che il piano Covid, pubblicizzato anche dalla Regione in un post di Jole Santelli sulla sua pagina Facebook risalente all’11 Marzo, non era pronto. La figura del Commissario funge da capro espiatorio per la politica regionale, ma le responsabilità sono passate, presenti e condivise.
La sanità in Calabria è commissariata da 10 anni, si contano almeno 7 esecutivi e 3 giunte regionali, per non parlare di tutti gli anni precedenti di mala gestione sanitaria e di infiltrazioni mafiose di ogni tipo. Un caos formato da responsabilità condivise e scontri tra governo centrale e locale.
La risposta da Roma
Alle dimissioni del Commissario ad acta Roma risponde subito, Conte afferma: “i calabresi hanno bisogno di un Commissario capace”, mentre Speranza accetta le dimissioni di Cotticelli. Si prepara quindi la procedura per nominare un nuovo Commissario che gestirà la sanità calabrese. Saverio Cotticelli è stato nominato Commissario ad acta a Gennaio 2019 dal Governo Conte I.
La mappa delle responsabilità
[Estratto da Openpolis.it]
L’emergenza Coronavirus ha riguardato due degli ambiti dove i poteri di stato e regioni sono concorrenti: la protezione civile e, soprattutto, la tutela della salute.
In primis, vanno considerate tutte le strutture regionali che esistevano già prima della crisi in corso. Per la Calabria, in particolare, il dipartimento tutela della salute della regione, l’unità di protezione civile regionale e le 9 aziende sanitarie e ospedaliere.
Inoltre, per coordinare gli interventi di questi soggetti, in tutte le regioni sono stati creati degli organismi ad hoc per governare l’emergenza Covid-19, come l’unità di crisi e la task force regionale. In Calabria, entrambi questi organi di coordinamento sono stati nominati dalla presidente della Regione con una propria ordinanza.
Task force regionale
Le task force regionali sono costituite da dirigenti medici ed esperti. Nel caso della Calabria si tratta di oltre 30 persone, tra cui la (ex)presidente, il direttore generale del dipartimento sanità, il commissario governativo e i commissari straordinari delle aziende sanitarie.
Unità di crisi
L’unità di crisi calabrese, istituita il 10 marzo scorso, è il livello regionale della catena di comando stabilita dalla protezione civile nazionale. In Calabria ne fanno parte la presidente della regione, il dirigente della protezione civile, quello del dipartimento sanità e il referente sanitario regionale.
La cosa certa è che il commissariamento ha esautorato di molto i poteri della politica locale nella gestione della sanità, ma questo non vuol certamente dire che in tutti questi anni, e specie in questi mesi, la politica regionale non era coinvolta nei gangli della macchina che avrebbe dovuto affrontare l’emergenza. Dare le colpe solo al Commissario è una miopia che non fa comprendere com’è la realtà dei fatti.