Perché Turati rifiutò la difesa di Gaetano Bresci?
Una piaga di cui si è sempre macchiato un certo tipo di socialismo è quello di essere eccessivamente accomodante una volta fiutata la consapevolezza del “potere” o delle potenzialità che ne possono derivare.
Una piaga( io ovviamente la considero tale valutandola dal mio punto di vista), che cercherò di spiega gare analizzando un episodio avvenuto nel 1900, quando l’anarchico Gaetano Bresci, vendicò la cruenta repressione che costo la vita ad 80 persone e provocò circa 450 feriti, uccidendo il re Umberto I reo di aver ordinato al generale Bava Beccaris di sparare a cannonate sulla folla inerme che manifestava contro le inumane condizione di lavoro e l’aumento del pane.
“Ho attentato al Capo della Stato perché lui è responsabile di tutte le vittime pallide e sanguinanti del sistema che lui rappresenta e fa difendere”. Non staremo qui a ragionare su quanto lecita possa essere l’azione di Bresci, perché in molti si lancerebbero in scevre e umanitaristiche considerazioni, non valutando il simbolico gesto nella sua finalità sociale e politica; certamente incomprensibile fu il comportamento di Filippo Turati, indicato da Bresci come suo difensore; in un lungo incontro nel carcere dove era detenuto l’anarchico, Turati ne rifiutò la difesa, convinto che questa vicenda potesse in qualche modo “strumentalizzarlo”.
Un comportamento incomprensibile, difficile capire i timori di Turati; eppur quello era forse il momento migliore per far comprendere alla platea il simbolico gesto che aveva l’ardire di porre gl’uomini tutti allo stesso livello del re, un’azione di rivolta delle comuni genti, degli sfruttati e degli oppressi trattati dal re e dai suoi sottoposti come insignificanti oggetti da bombardare. Bresci ha fatto valere con la forza dei fatti, la volontà del popolo, la dignità delle vittime, ha reso di pubblico dominio la capacità di ribellarsi al dominio oppressivo dei potenti.
Perché Turati rifiutò?? Perché non si è schierato dalla parte degli oppressi? Perché non far valere le più che giuste ragioni del socialismo? Turati fu accomodante, come del resto il modo che ebbe lui di intendere il socialismo, un “vizio” ereditario che assopisce la spinta rivoluzionaria e riformatrice della società.
Bresci invece rifiutò il consiglio dei suoi difensori, di battere la strada sull’infermità mentale; voleva ad ogni costo dimostrare la volontà del suo gesto, senza mai rinnegare l’autenticità del suo ideale.