Murray Bookchin e l’ecologia sociale
Ecologia sociale e capitalismo
Esiste una profonda correlazione fra ecologia, politica e società; la crisi che attanaglia il nostro secolo, nasce e si sviluppa dalla mancata armonia tra queste tre componenti, palesando l’impellente pericolo di autodistruzione globale. Il nostro pianeta è malato, questa è ormai una constatazione ovvia per tutti, fatta forse eccezione per qualche teorico del “complottismo o terrapiattista”, e la cura per questa progressiva e devastante patologia sembra essere ancora lontana.
Quando nel 1982 Murray Bookchin pubblicò Ecologia della libertà, la percezione della crisi ambientale era ancora effimera, ma l’autore indicava come l’impatto devastante del capitalismo industrializzato, abbia completamente mutato il rapporto armonico fra uomo e natura, ribaltandolo in “dominio dell’uomo sulla natura”. Questa credenza e convinzione psicosociale, è fondata sul binomio comando-obbedienza, che si struttura in un organizzazione gerarchica della società , risulta assai agevole da trasporre a ogni altra possibilità di oppressione gerarchica, ivi compresa quella nei confronti del mondo non-umano.
Secondo l’ecologia sociale dunque è necessario ristabilire rapporti di collaborazione e interdipendenza, organizzando armonicamente la vita sociale tra uomo e natura; a riguardo Bookchin: “La soluzione a lungo termine della crisi ecologica dipenderà da una trasformazione fondamentale di come organizziamo la società, una nuova politica basata sulla democrazia face-to-face, su assemblee di vicinato e sulla dissoluzione delle gerarchie”.