Molestie sessuali alle studentesse Unical e Magna Graecia, il sondaggio di FE.MIN.
FONTE: QUICOSENZA
Un semplice sondaggio sulla sicurezza ha svelato la sconcertante realtà: sono innumerevoli gli episodi di molestie che avvengono tra le aule e all’esterno dei due maggiori atenei calabresi, l’Unical e l’Università Magna Graecia di Catanzaro. A raccontarli sono le studentesse, anche già laureate, che hanno risposto ad un sondaggio lanciato dal gruppo ‘Fem.In Cosentine in lotta’, che chiedeva semplicemente “Pensi che l’università sia uno spazio sicuro?“. Le risposte di un centinaio di ragazze, invece, restituiscono uno spaccato fatto di veri e propri episodi di abusi sessuali.
Allusioni o atti espliciti avvenuti sia nelle aule ad opera di docenti e operatori dell’Università, che di maniaci all’esterno. Racconti che mettono i brividi: anziani che si masturbano davanti alle ragazze in pieno giorno. Un furgoncino bianco, sempre lo stesso, che da anni si aggira tra i cubi dell’Unical tentando di adescare studentesse per avere rapporti sessuali. Le violenze, palesi o velate, avvengono anche all’interno delle aule, dove alcuni docenti assumono atteggiamenti molesti: mani che non stanno al loro posto e frasi oscene, dai racconti delle ragazze, sono una prassi quotidiana.
“Ho sempre temuto di trovarmi da sola in ascensore con il prof. di ****ica” racconta una delle ragazze, che svela dei particolari su un docente solito a comportamenti chiaramente poco consoni sia in presenza che in Dad. Su questo stesso docente dell’ateneo catanzarese, sono arrivate una ventina di segnalazioni, che riferiscono sempre atteggiamenti sconvenienti.
“In Dad ***** mi ha chiesto di “inquadrarmi le gambe e di mostrare come chiudevo la porta a chiave, mettendomi poi uno specchio dietro la schiena”. Sempre in Dad, lo stesso docente “dopo aver notato che indossavo dei pantaloni corti, mi ha chiesto di sedermi sul letto e incrociare le gambe e per 20 minuti mi ha tenuta a parlare di cose sue”.
“Ho evitato di frequentare un corso dopo un episodio in particolare – racconta un’altra ragazza. – Il professore (sempre lo stesso ndr.), per spiegare un argomento, ha chiaramente utilizzato delle metafore sessuali e poi mi ha chiesto se volevo ‘ripassare’ l’argomento con lui. Durante l’esame sono state più le domande personali che quelle inerenti la materia, alcune estremamente imbarazzanti”.
Le testimonianze sono numerose e riguardano anche l’ateneo di Arcavacata. “Mentre ero studentessa a Rende con le mie amiche sono stata fermata da alcuni maniaci, perlopiù anziani che vanno in giro con dei furgoncini, uno bianco in particolare. Ti avvicinano e ti chiedono di fare sesso”. In altre occasioni alcune ragazze raccontano di auto che affiancano le studentesse chiedendo loro: “hey p*********a, un giretto?”. Anche riguardo ad alcuni docenti dell’Unical le ragazze hanno raccontato di episodi sgradevoli e in alcuni casi di vere e proprie molestie sessuali che non hanno denunciato per paura di ritorsioni.
Rimanendo nell’ambito dell’Unical molte ragazze riferiscono anche di non sentirsi al sicuro all’interno degli alloggi universitari e raccontano addirittura di irruzioni notturne e di sentirsi spiate mentre sono all’interno delle proprie abitazioni. Segnalazioni che arrivano sia dai Martensson che dalle Maisonnettes. “Ritornate dalle vacanze – scrive una studentessa – la mia coinquilina ed io abbiamo ritrovato la casa sottosopra e i materassi macchiati in maniera inequivocabile. Inoltre, una volta ci siamo trovate in casa anche una persona”. Alle violenze si aggiungono le segnalazioni di scarsa illuminazione tra i cubi dell’Unical nelle ore serali e pochi controlli.
Il gruppo Fem.In. Cosentine in Lotta, raccolte tutte queste testimonianze e considerata la gravità dei racconti, ha deciso di stilare un documento che verrà consegnato ai rettori dei due atenei nel quale chiedono maggiore sicurezza e azioni incisive nei riguardi di chiunque, docenti compresi, abbiano atteggiamenti molesti nei confronti delle studentesse.