Luigi de Magistris: “Il draghismo sarà un problema o la soluzione”?
Politica Nazionale

Luigi de Magistris: “Il draghismo sarà un problema o la soluzione”?

Dai cambiamenti climatici all’acqua pubblica, dai servizi locali ai diritti costituzionali, dalle politiche sociali alla sanità pubblica, dalla tutela del territorio alla scuola pubblica, affidare la cura e la medicina a quei poteri che hanno causato la malattia è condannare le future generazioni ad una lunga stagione di disuguaglianze, ingiustizie sociali, distruzione dell’ambiente e mortificazione dei diritti costituzionali. È sempre più evidente, ed il recente disegno di legge sulla concorrenza e sul mercato ne è conferma ulteriore, che il governo e la sua maggioranza puntano alla privatizzazione di tutti i servizi pubblici anche di rilevanza costituzionale, per soddisfare il profitto di pochi e in sfregio totale a referendum popolari e alla Costituzione Repubblicana. La pandemia sanitaria sta portando sempre di più ad una concentrazione dei poteri, ad un pensiero omologato narcotizzante ed a una crescente insofferenza nei confronti di ogni forma di dissenso. Quando il pensiero unico si fortifica approfittando di emergenze mondiali, come guerre o pandemie, bisogna preoccuparsi ed alzare il livello di vigilanza democratica e di mobilitazione civile.

Approfittando dello stato di difficoltà in cui si trova il Paese ed il suo popolo da diversi punti di vista c’è chi lavora ad uno stato di eccezione permanente con una torsione autoritaria ed una limitazione delle libertà civili, una concentrazione del potere economico e finanziario in maniera sempre più verticistica, un consolidamento di bisogni, sudditanza e rassegnazione. È necessario operare dal basso per trasformare i bisogni in diritti, la sudditanza in libertà e la rassegnazione in partecipazione.

Dall’autonomia di Pasolini all’avere ed essere di Fromm ci torna facile rifugiarci nel pensiero libertario De Andrè: abbiamo la voglia di lottare in direzione ostinata e contraria.

Un altro mondo è possibile ma cambiamo cura e dottori. Non vogliamo più essere i vostri pazienti.

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