Cultura e Società

Le centrali a gas non sono investimenti sostenibili!

Di Martina Annibaldi

La proposta dell’UE

Inserire i combustibili fossili nella tassonomia verde UE: è la proposta avanzata dalla Commissione Europea in barba alle raccomandazioni fornite lo scorso anno dal Gruppo di esperti tecnici della Commissione e precedute da una consultazione pubblica che aveva coinvolto più di 45.000 persone, il 97% delle quali aveva espresso la volontà di basare la nuove regole di classificazione sul rispetto completo delle indicazioni fornite dalla scienza.

Obiettivo di questa nuova tassonomia europea è quello di definire i principi in base ai quali l’UE considera o meno un investimento sostenibile e dunque idoneo a ricevere gli incentivi previsti. La possibilità di considerare quelli per gli impianti a gas degli investimenti verdi era già apparsa nella prima versione del documento, tuttavia la soglia prevista per le emissioni dei futuri impianti era tanto bassa (100 g di Co2/kWh) da escludere a tutti gli effetti qualsiasi centrale.

Con questa nuova proposta, invece, le cose cambiamo radicalmente. La bozza prevede infatti che nuovi impianti a gas, costruiti per andare a sostituire precedenti centrali a carbone, possano essere considerati sostenibili fino al 2025. La ragione di questa scelta è stata spiegata con la necessità di consentire una transizione verso l’energia pulita anche a quei Paesi che fanno ancora un uso prevalente del carbone – uno su tutti la Polonia – passando attraverso una fase intermediaria di utilizzo dei gas, ma il dato di fatto è che in questo modo si va incontro al rischio che la totalità dei nuovi impianti a gas costruiti sul suolo europeo possa essere annoverata tra gli investimenti green, il tutto mentre le centrali carbone continuerebbero probabilmente a lavorare a pieno ritmo.

Manca peraltro, all’interno della bozza, la definizione di un preciso tetto massimo per le emissioni dei possibili nuovi impianti, mentre resta come unica -e generica – indicazione quella di mantenere le emissioni degli impianti al 50% di quelle che avrebbe causato un impianto a carbone.

Quali sono i rischi per il Pianeta?

“Il gas è un combustibile fossile, l’idea stessa di classificarlo come ambientalmente sostenibile è una vergogna”, ha dichiarato Mariagrazia Midulla, Responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, a maggior ragione se si tiene conto del fatto che un gas come il metano ha effetti estremamente negativi sul Pianeta; è sufficiente dire che su un lasso di 20 anni questo gas ha un impatto sui cambiamenti climatici che è fino a 84 volte maggiore di quello della Co2, senza considerare che se il gas dovesse rilasciare anche solo il 3% del suo contenuto di metano diventerebbe persino più inquinante del carbone.

“La tassonomia dell’UE è stata originariamente creata per fermare il greenwashing delle istituzioni finanziarie: non può assolutamente trasformarsi in uno dei principali strumenti di greenwashing del mondo”, ha aggiunto Mariagrazie Midulla.

La lettera aperta

Il WWF, insieme a 225 scienziati, istituzioni finanziari e ONG hanno posto l’attenzione pubblica su questa questione che rischia di minare il senso stesso del Green Deal europeo, redigendo una lettera aperta con cui chiedono al Presidente della Commissione Europea, Ursula Von der Leyen, al Vicepresidente Frans Timmermans e al Commissario europeo per i servizi finanziari, Mairead McGuinness non di ascoltare delle rivendicazioni arbitrarie, ma di prestare semplicemente ascolto a ciò che la scienza, tramite gli stessi esperti della Commissione, dice in merito all’uso dei gas.

L’obiettivo di tagliare le emissioni del 55% entro il 2030 è vicino, come pensiamo di rispettarlo se non agiamo nella direzione giusta?

Fonte: https://www.ecologica.online/2021/03/25/le-centrali-a-gas-non-sono-investimenti-sostenibili/?fbclid=IwAR2jvdOCYfU3a0MP46W9VXQt-NFNGcUkCyf62oUDNQlwFFPLg14HEPQwYTY

 

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