La zona rossa in Calabria è un’azione di buon senso
Il dott. Raffaele Bruno, medico cosentino in servizio al reparto malattie infettive del Policlinico San Matteo di Pavia, intervistato dal giornalista Attilio Sabato sull’emittente locale TEN, è stato categorico sulla scelta di far rientrare la Calabria nella cd. zona rossa
“La Calabria ha una fragilità sanitaria risaputa e ne è una riprova il grande fenomeno dell’emigrazione sanitaria. Prima dell’emergenza avevamo 106 posti letto di terapia intensiva, oggi ne abbiamo circa 140, di cui 57 dedicati ai pazienti affetti da Covid-19, il problema sono i numeri di posti letto in quanto mancano all’appello 119 posti di terapia intensiva, se le altre malattie devono essere curate e i numeri aumentano, va da se che siamo in una situazione molto rischiosa, per questo – continua il Dottor Bruno – se la misura riesce a flettere la curva del contagio che ben venga.”
Il medico si sofferma anche sulle proteste scoppiate in tante Città della Regione tra cui anche a Cosenza, la sua Città di origine: “non penso che ci voleva la zona rossa per scoprire i problemi della Calabria, immagino che tra coloro che hanno manifestato ieri ci sono coloro che hanno votato per anni questa classe politica, adesso si svegliano con la zona rossa”
Per Raffaele Bruno: “la salute viene prima di tutto e la zona rossa e è uno strumento che forse salverà la Calabria, il problema è la quantità di positivi sui tamponi effettuati, oggi abbiamo 10 positivi su 100 tamponi effettuati, la zona rossa è un’azione di buon senso“