Cronaca Locale

La protesta di Cosenza contro la Calabria zona rossa e la malasanità

Ieri 5 Novembre si è svolta a Cosenza la protesta contro la Calabria zona rossa. La protesta non è stata però un grido incondizionato e irresponsabile alla voglia di libertà, bensì un’azione popolare che nasconde una critica ben più profonda. La sanità calabrese, commissariata da 13 anni, è oggetto di uno scarica barile che si perpetua da decenni. Come se non bastasse dietro la politica si cela anche una macchina del crimine che ha mangiato (e mangia) da sempre i soldi delle strutture e delle persone che dovrebbero salvarci la vita.

I manifestanti gridano e fanno i nomi: Gentile, Morrone, Scopelliti, Greco e governi indifferenti, con tanto di commissari che tutto sono fuorché plenipotenziari. Tutto il mondo dei movimenti extra-istituzionali è sceso per far sentire la propria voce: Ferdinando Gentile, USB-prendocasa; Jessica Cosenza, FEM.IN. Cosentine in lotta; Stefano Catanzariti, comitato piazza piccola rete centro storico. Queste le figure più di spicco che hanno espresso il loro pensiero. Presenti anche i componenti di Fridays for Future.

 

Jessica Cosenza tuona: “in questa città la disoccupazione è alle stelle. I giovani, i ragazzi della mia età, lavorano per la maggior parte in nero, stage e tirocini, oppure la maggior parte sono a casa sulle spalle di un solo reddito. Ci vengono a dire che non ci sono i sussidi, non ci sono i soldi per i nuovi posti di lavoro: i soldi ci sono e ve li siete mangiati tutti quanti!”. Jessica Cosenza delinea la situazione dei precari del terzo millennio e denuncia la pappatoia dove l’establishment ha ingrassato il suo stomaco.

Le richieste diventano puntuali: sussidi per garantire la tenuta del sistema durante il lock-down, potenziamento della sanità, presa di coscienza della società civile e dell’establishment politico della situazione, denuncia e esilio politico dei soliti noti che hanno distrutto la Regione Calabria.

  

La manifestazione si fa corteo percorrendo Via Luigi Miceli per poi approdare all’entrata dell’Autostrada del Mediterraneo nei pressi dell’Anas. I protestanti bloccano l’Autostrada come gesto simbolico per dare un segnale forte in grado di far tremare i palazzi del potere. La manifestazione tutta si è svolta in maniera pacifica.

 

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