La caduta del “Muro” e  quel conflitto ideologico che tanto mi manca..

Il 9 novembre 1989 è una data significativa per il mondo intero, e in particolar modo per la città di Berlino. La città divisa in due da un chilometrico muro, ero la plastica rappresentazione della contrapposizione ideologica, fra le due superpotenze USA e URSS, e quando la divisione dovuta al muro cadde inesorabilmente, anche la conflittualità fra le due superpotenze andò lentamente scemando.

Tra le tante note positive, determinate da questo storico evento, un vecchio nostalgico ideologizzato come me rimpiange un tantino quel dualismo ideologico.  Effettivamente, se ci soffermiamo un attimo nella riflessione, scorgiamo come la matrice che alimentava il dibattito politico e sociale, la conflittualità, è andata via via scomparendo fino a mutare o estinguersi del tutto, delineando nuovi e forse peggiori parametri politici.

La conflittualità fra gruppi sociali rappresenta, secondo alcuni teorici, l’elemento determinante per la produzione di idee che pongono in essere il confronto fra gruppi sociali, un incontro/scontro che determina le condizioni per l’organizzazione sociale e dunque il sistema politico scelto per la sua gestione. Dall’ideologizzazione del conflitto, maturano quel concetto che realizza l’utopia politica di un sistema politico a cui si tende, la cui realizzazione non sarà mai del tutto satura, ma guarda infuocata al progresso e al miglioramento.

Oggi i termini del conflitto, sono sopiti, forse resi accomodanti, illusi e drogati dalla “caduta” di un’ideologia che è di per sé il risultato di un conflitto, ma che comunque, nel bene e nel male offriva alla società una visione alternativa della stessa.