Il volo di Carrero Blanco: Quando l’ETA fece “decollare” il successore di Francisco Franco
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Il volo di Carrero Blanco: Quando l’ETA fece “decollare” il successore di Francisco Franco

Il 1973 è un anno cruciale nella storia del franchismo: il Caudillo Franco, che fino a quel momento aveva mantenuto tutto il potere per sé, a 81 anni decide di nominare il fidato Luis Carrero Blanco nuovo capo del governo. Essedo uno dei suoi più stretti collaboratori la scelta di Carrero come nuovo primo ministro sembrava la più logica per la successione.

Nato nel 1904 da una famiglia ricca, Luis Carrero Blanco nel 1918 entra alla accademia navale. Incontrò per la prima volta Franco nel 1925 e da quel momento in poi la sua figura sarà per sempre legata a quella del Caudillo. Nel 1936 Carrero Blanco si schiera immediamente con la Falange e Franco. Scala la gerarchia militare fino a diventare capo di stato maggiore della marina nel 1939. Nel 1940 fu autore di una relazione in cui sconsigliava l’ingresso in guerra al fianco di Italia e Germania.

La militante comunista catalana Eva Forest (nota come Julen Agirre) dirà poi di lui: “incarnava meglio di chiunque altro la figura del “franchismo puro” che, senza legarsi ad alcuna corrente, perseguiva la presa del potere in Spagna da parte dell’Opus Dei. Uomo senza scrupoli, aveva creato un suo stato nello Stato, una rete di informatori dentro ministeri, esercito e Falange così come nell’Opus Dei stessa. Divenne presto elemento centrale del sistema e pedina fondamentale dell’oligarchia, personaggio insostituibile per le sue capacità di manovra e ai fini degli equilibri di potere.”

Il 20 dicembre del 1973, prima di andare al lavoro, si recò come al solito a messa. Dopo la funzione entrò in macchina e una violenta esplosione fece volare la sua auto, che superò il tetto di un palazzo di sei piani e ad atterrò su un balcone. L’esplosione, causata da un quintale di dinamite, fu talmente violenta che causò la distruzione della facciata di due edifici, della chiesa e di una trentina di auto parcheggiate nella stessa strada. I due agenti morirono sul colpo, Carrero Blanco morì solo dopo essere arrivato in ospedale.

L’attentato venne immediatamente rivendicato dall’ETA, organizzazione paramilitare che lotta per l’indipendenza del popolo basco. Dopo l’attentato, i responsabili attraversarono il confine col Portogallo per poi imbarcarsi di nascosto in una nave diretta a Nantes, in Francia.

In un’intervista rilasciata nel 2006, l’indipendendista basco Iñaki Pérez Beotegui affermava ancora con orgoglio il ruolo dell’ETA nell’attentato, dicendo che “se non lo facevamo noi, non lo faceva nessuno”. Disse che il piano originale era quello di rapire Carrero Blanco, ma che nel momento in cui venne nominato capo del governo si decise per una azione più drastica; inoltre, riferendosi a Carrero lo definì, ancora, 33 anni dopo l’attentato: “Luisito, ese hijo de puta”.

fonte: Cannibali e Re

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