Il socialismo come superamento della rivoluzione liberale?
Cultura e Società

Il socialismo come superamento della rivoluzione liberale?

“Sappiamo bene che cosa c’è di scandaloso nel mondo attuale. Ma non abbiamo la minima idea di come uscirne, di quale meta dovremmo darci. Io cercherò di mostrare che è nell’idea di socialismo che dobbiamo cercare. Nell’idea di socialismo c’è ancora una scintilla viva.” (Axel Honneth)

L’idea di socialismo,  nella definizione di  Axel Honneth , è figlia spirituale dell’industrializzazione capitalistica e vide la luce in seguito alla Rivoluzione Francese, quando per larga parte della popolazione emerse la consapevolezza che le istanze di libertà, fraternità e uguaglianza  erano rimaste fievoli promesse.

Il nodo più complesso da districare rispondeva concretamente al seguente interrogativo: il tentativo di inquadrare il concetto di fraternità  all’interno  di una società ancora estremamente iniqua, dove il potere del mercato dettava le condizioni dell’organizzazione sociale ; Il problema teorico a cui i primi pensatori (che si definirono unitariamente socialisti) si dedicarono fu il tentativo di  conciliare due dei principi cardine della rivoluzione francese, ovvero “libertà” e “fraternità”, collocati in una società, dove però, l’ampliamento del mercato capitalistico generava conseguentemente condizioni di eccesiva diseguaglianza. I primi approcci, in specifico quelli relativi al pensiero di R. Owen,  di Fourier o Saint-Simon concepivano univocamente, seppur con peculiari differenze,  tutti la medesima visione che considerava avvilente e umiliante la condizione dei lavoratori e delle loro famiglie,  che nonostante la grande capacità produttiva,  rimanevano  totalmente assoggettati  all’arbitrio dei singoli Industriali o latifondisti che li soggiogavano sotto la minacciosa stretta della miseria.

Questi pensatori  ritenevano, come scrive Honneth,  che la causa dell’ingiustizia subita dai lavoratori consistesse  nel fatto che il mercato capitalistico fosse sfuggito di mano dal potere di controllo della società e che rispondesse solo alle proprie leggi della domanda e dell’offerta.

Ognuno degli autori sopracitati traccerà un distinto disegno progettuale partendo dal medesimo  terreno interpretativo che progressivamente si definirà nel socialismo, in quell’ambizioso tentativo di definire  una nuova forma di organizzazione sociale in cui i soggetti non agiscono  semplicemente “ l’uno con l’altro” ma “l’uno per l’altro”.

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