Hip Hop: Movimento culturale e mezzo di riscatto sociale
UNSOLVED -- "Pilot" -- Pictured: (l-r) Wavyy Jonez as Christopher "Biggie" Wallace, Marcc Rose as Tupac Shakur -- (Photo by: James Minchin III/USA Network)
Cultura e Società

Hip Hop: Movimento culturale e mezzo di riscatto sociale

Nascere nel Bronx.  La rabbia della guerra come mezzo, la pace come fine

“Gli uomini che hanno il potere sono coloro che ci hanno spinto l’uno contro l’altro, nascondendo a noi la verità perché troppo impegnati a combatterci per 10 metri di lurido territorio” (Cyrus nel film “i guerrieri della notte) .

Verso la fine degli anni ’60 il Bronx(stato di New York) venne classificato come uno dei quartieri più poveri di tutti gli Stati Uniti, raggiungendo livelli di criminalità e di decadimento urbano decisamente allarmanti; una zona ghettizzata, dove la popolazione “negra” era come esiliata in quegli enormi palazzoni grigi privi d’emozione. Governavano miseria, illegalità, analfabetismo e delinquenza, i valori immobiliari calarono vertiginosamente e nessuno era più disposto a vivere nel malfamato Bronx.

 

Il decadimento urbano e la povertà incentivarono la formazione delle prime Gang che prendevano dimora nelle migliaia di edifici abbandonati; nomi, colori, strade, territori e targhe sui vestiti per distinguersi e identificarsi. Era periodo di guerra in quelle strade, c’era il coprifuoco, la gente aveva paura e “il nemico” era ai confini di ogni angolo di strada. Ghetto Brothers , Black spades, Seven immortals e Savage skull sono solo 4 nomi di alcune gang più influenti del Bronx.

Il primo che, dopo questo fenomeno di brutalità, tentò di portare la pace e canalizzare le energie e la rabbia in qualcosa di utile per l’intera società “negra” fu: Black Benjie leader dei ghetto Brothers morto per sedare una guerriglia scattata tra gang “rivali” alla sua, Spades e Seven immortals contro i Savage skull. Bramava la pace, la tregua, ricercando incessantemente quell’aggregazione costruita su consapevolezza e obiettivi comuni, ma  venne accoltellato e massacrato in quello stesso giorno nel suo non vano però tentativo di pace. Dopo il funerale di Benjie i ghetto Brothers fecero circolare un documento di tregua tra tutte le gang dove si faceva presente che ci sarebbe stata una grande riunione tra loro tutte.

 

Si riunirono tutti, dalle piccole gang ai nomi più forti e impetuosi del Bronx, il clima teso era palpabile e la polizia era ovunque con i cecchini su ogni palazzo; Charlie Suarez, nuovo leader dei ghetto Brothers disse  “ogni sbirro deve uscire altrimenti noi non inizieremo” alcuni poliziotti uscirono accompagnati dagli applausi e per un attimo il clima si ammorbidì.

Quando c’è un problema lo dobbiamo discutere tra noi e risolverlo, perché gli oppressori ci costringono a vivere in questa miseria, come randagi che si sbranano per le ossa”; questa frase di Charlie Suarez riscaldò tutte le gelide anime li dentro. Da lì a poco alcuni membri delle gang iniziarono a, ripulire le proprie strade, prestare servizio volontario presso strutture mediche “carenti” , organizzare dibattiti e discussioni sui metodi di miglioramento della qualità di vita nel Bronx; i confini, come le gang, si dissolvevano dando vita ad un nuovo mezzo di distinzione e appartenenza territoriale ,”le tag” e i graffiti, e le pugnalate, o calci e i pugni diventarono una danza “l uprocking” dove ci si sfidava fino all’ultimo passo.

Il 1973 fu un anno importante e di svolta per la scena del Bronx. Un certo dj Kool Herc venuto dalla Jamaica diede vita a quello che forse è stato il primo vero BlockParty, un ambiente neutrale, uno spazio pubblico che accoglieva e riuniva tutti; con due giradischi, scatole di vinili e un modesto impianto in un locale rude e “sconcio”, Kool Herc faceva divertire e danzare ogni presente, che da una manciata di centinaia in pochi mesi diventarono migliaia. I break delle batterie Funk ruotavano al quarto e le persone venivano coinvolte e intrattenute con rime, saluti e inviti a muoversi a tempo. Questa piccola parentesi della radice dell’HipHop è atta alla comprensione terza che, prima di genere musicale, questa è una cultura, un movimento sociale che ha trasformato l’odio in forza e il silenzio in grido, come lo storytelling nei primi pezzi rap dove i valori e la verità contavano di più di un qualsiasi business musicale.

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