Giuseppe Mazzini e l’emancipazione femminile
In un’epoca storica in cui la società era dominata dal credo patriarcale che considerava la donna alla stregua di un oggetto, un illuminato Giuseppe Mazzini celebrava l’emancipazione femminile come la naturale configurazione della libertà sociale ma anche spirituale.
“Amate, rispettate la donna. Non cercate in essa solamente un conforto, ma una forza, una ispirazione, un raddoppiamento delle vostre facoltà intellettuali e morali. Cancellate dalla vostra mente ogni idea di superiorità: non ne avete alcuna. Un lungo pregiudizio ha creato, con una educazione disuguale e una perenne oppressione di leggi, quell’apparente inferiorità intellettuale, dalla quale oggi argomentano per mantenere l’oppressione”.
Educazione, associazionismo, emancipazione sono concetti costanti del pensiero mazziniano, soprattutto se declinati al femminile: le donne devono educarsi ed essere educatrici di valori, devono associarsi per dare forza al proprio impegno sociale, le donne non debbono essere estranee alla politica per diventare cittadine consapevoli e attive. L’esercizio di una cittadinanza politica da parte delle donne attraverso il voto diviene obiettivo dei mazziniani già a partire dalla metà dell’Ottocento: Mazzini stesso non mancò in diverse occasioni di farsi sostenitore del suffragio femminile declinandolo all’interno di un processo di emancipazione delle donne finalizzato, nello specifico italiano, al successo della causa unitaria e all’affermarsi di una nazione veramente moderna.