"Genesi": il sistema delle toghe corrotte coinvolge Rende e sbarca su Rai 3
Cronaca Locale

“Genesi”: il sistema delle toghe corrotte coinvolge Rende e sbarca su Rai 3

Ieri sera su Rai3 Riccardo Iacona ha raccontato su Presa diretta l’inchiesta Rinascita-Scott, guidata dal procuratore Nicola Gratteri, che vede protagonista la cosca vibonese dei Mancuso ed i suoi contatti. Non solo, la trasmissione dà un punto di vista sulla ‘ndrangheta calabrese in generale raccontando anche pezzi del processo “Genesi”. La puntata ritrae uno scenario di relazioni tra la ‘ndrangheta e il mondo dei colletti bianchi: avvocati, magistrati, imprenditori e forze dell’ordine che vanno a braccetto con una delle più temibili organizzazioni criminali di stampo mafioso del mondo: con la ‘ndrangheta.

La puntata spazia dall’elezione di Francesco Mancuso, capo della omonima cosca, a sindaco di Limbadi, anche se al tempo latitante, all’acquisto di asset industriali da parte delle cosche tramite pezzi del mondo della società notabile e della finanza, per arrivare alla compravendita di giudici e funzionari per aggiustare processi e condizionare la giustizia: un mondo grigio, antico, sedimentato nel tempo e nello spazio che ha come base operante una delle regioni più povere d’Europa. La storia raccontata si svolge in Calabria.

Durante la puntata, tra i vari nomi dei colletti bianchi, una vecchia conoscenza della nostra redazione ha attirato i nostri attenti sensi. Si tratta di Marco Petrini, toga catanzarese che con la presunta compravendita di sentenze fu condannato per corruzione. Insieme a lui il medico Emilio Santoro e Saraco Francesco. Ma questa storia, che sì ha dell’oscuro, cosa c’entra con la nostra redazione? Per chi non lo sapesse, Libera Rende, per come si evince dal nome, è un quotidiano che racconta principalmente il territorio rendese e l’aria urbana cosentina. Arrivati a questo punto della storia è utile tornare indietro di qualche anno.

La storia inizia quando viene avviato il processo “Genesi”. Il processo Genesi è scaturito a seguito dell’inchiesta avviata nel mese di gennaio del 2020 con 15 indagati da parte della procura di Salerno, ritenuti di far parte di un sistema corruttivo all’interno delle aule di giustizia di Catanzaro. Il c.d. “sistema Catanzaro”. Come abbiamo detto, nel processo è parte fondamentale l’ex giudice Petrini, ma, dall’inchiesta, quindi non dal processo, è stato colpito anche una figura ben nota nel Comune di Rende, ossia il suo sindaco: Marcello Manna. L’accusa, che vede interessato il Sindaco Marcello Manna e l’avvocato Luigi Gullo, è quella di aver corrotto un magistrato con l’obiettivo di condizionare dei processi che interessavano un boss del territorio rendese: Francesco Patitucci. Il reo confesso è proprio Marco Petrini, giudice della Corte d’Appello di Catanzaro, protagonista della puntata di Presa diretta, ha raccontato agli inquirenti delle presunte somme di denaro ricevute dal Sindaco di Rende Marcello Manna e dall’Avvocato Luigi Gullo, per condizionare il processo che vedeva accusato per omicidio il boss sopracitato. La pubblica accusa sostiene – sulla base delle stesse ammissioni fatte dal giudice Petrini che è assistito dagli avvocati Francesco Calderaro e Agostino De Caro – che il 30 maggio del 2019, negli uffici della Commissione tributaria provinciale di Catanzaro, l’avvocato Manna, che era sindaco, consegnò personalmente al magistrato una busta contenente 2500 euro quale “acconto” relativo alla manipolazione del processo a Patitucci.

Ieri sera, su Rai 3, questo presunto sistema è stato raccontato. Ad un certo momento della puntata gli inviati di Presa diretta hanno intervistato Michele Santagata, giornalista di Iacchitte’, testata locale che denuncia da sempre le malefatte del crimine, della politica e dei poteri occulti. Michele Santagata ha subito un attacco ignobile da parte di scagnozzi del Patitucci per tenere la bocca chiusa subito dopo la pubblicazione della notizia riguardante la oscura vicenda, ma lui non l’ha fatto.

Ora, come redazione non siamo di certo un tribunale, ma i fatti riportati dai colleghi più illustri debbono essere raccontati, e le loro battaglie devono essere supportate. La giustizia deve fare il suo corso, noi raccontiamo i fatti per quello che sappiamo.

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