Europa Verde Toscana: ‘Ndrangheta rigettava i residui chimici nelle falde acquifere
TOSCANA: ‘NDRANGHETA RIGETTAVA I RESIDUI CHIMICI DELLE ATTIVITÀ CONCIARIE NELLE FALDE ACQUIFERE. SUOLO E CORSI D’ACQUA
È di una gravità inaudita quanto emerge dall’inchiesta ‘Keu’ della DDA sul ruolo delle potenti cosche della ‘ndrangheta nella gestione dei reflui e dei fanghi industriali del distretto conciario di Santa Croce sull’Arno che hanno portato al sistematico inquinamento di falde, suolo e corsi d’acqua con i residui chimici delle attività delle concerie.
La modalità di occultamento dei rifiuti utilizzata dalla ‘ndrangheta è identica a quella che adottava il clan dei Casalesi, e da ex presidente della commissione per lotta alla criminalità del Lazio lo posso confermare, che interravano nei sedimi autostradali o nei terreni i rifiuti tossici che hanno portato all’avvelenamento di pezzi di territorio casertano con gravi conseguenze sulla salute e sull’agricoltura, infatti nella realizzazione di alcuni lotti della Sr 429 tra Empoli e Castelfiorentino, secondo la DDA sarebbero state interrate 8000 tonnellate di rifiuti contaminati.
Se le indagini e le accuse della DDA dovessero essere confermate anche dalle analisi chimiche e caratterizzazioni dei terreni, ci troveremmo di fronte ad un disastro ambientale che dovrà essere severamente punito e su cui sarà necessario da subito individuare le responsabilità politiche a prescindere dalla magistratura.
Il ministro Cingolani e Speranza devono immediatamente ordinare un’indagine ambientale per capire fino a che punto le matrici ambientali sono state inquinate e quali sono i rischi per la salute e la catena alimentare.
Angelo Bonelli, Europa Verde Toscana