Da Mazzini ad Arafat. La lezione di Craxi e la lotta per la libertà
Saranno forse 50 anni che studiosi e politici di tutto il mondo dibattono ferocemente sulla controversa e complessa questione palestinese, e dunque consigliamo a tutti coloro hanno interesse nel comprendere questa delicata situazione di rileggere la storiografia in merito, l’unica in grado di fornire perlomeno un quadro generale della situazione.
Proprio per queste ragioni abbiamo deciso di offrire uno spunto, un’idea, estrapolata dal passionale discorso pronunciato il 6 novembre 1985, da Bettino Craxi, presidente del Consiglio in carica, dinanzi la Camera dei Deputati , in riferimento alla “ crisi di Sigonella” ed in merito ai rapporti dell’Italia con i paesi arabi. Seppur sostenitore della pace e convinto che la questione palestinese possa trovare un felice epilogo solo dialogo e cooperazione , il ragionamento di Craxi nasce dall’impulso socialista alimentato dall’esempio di Giuseppe Mazzini emblema della legittimità della lotta armata in nome della libertà dei popoli.
Di seguito parte del discorso di Craxi
“Ebbene, se la questione nazionale palestinese esiste, anche l’azione dell’Olp deve essere valutata con un certo metro, che è il metro della storia. Vedete, io contesto all’Olp l’uso della lotta armata non perché ritenga che non ne abbia diritto, ma perché sono convinto che lotta armata e terrorismo non risolveranno il problema della questione palestinese. L’esame del contesto mostra che lotta armata e terrorismo faranno solo vittime innocenti, ma non risolveranno il problema palestinese. Non contesto però la legittimità del ricorso alla lotta armata che è cosa diversa
“Quando Giuseppe Mazzini, nella sua solitudine, nel suo esilio, si macerava nell’ideale dell’unità ed era nella disperazione per come affrontare il potere, lui, un uomo così nobile, così religioso, così idealista, concepiva e disegnava e progettava gli assassinii politici. Questa è la verità della storia; e contestare a un movimento che voglia liberare il proprio Paese da un’occupazione straniera la legittimità del ricorso alle armi significa andare contro le leggi della storia. Si contesta quello che non è contestato dalla Carta dei principi dell’Onu: che un movimento nazionale che difenda una causa nazionale possa ricorrere alla lotta armata”