Cooptazione e Rivolta. L’assassinio di Daunte Wright
Fonte: Umanità Nova
Daunte Wright, un giovane afroamericano di 20 anni è vittima dell’ennesimo omicidio della polizia statunitense in Minnesota. Dopo un semplice fermo di polizia, mentre era sull’auto con la ragazza e dopo aver rilevato irregolarità sulla registrazione della targa, la poliziotta Kim Potter lo ha freddato mentre tentava la fuga, a quanto pare a causa di un precedente mandato d’arresto nei suoi confronti. La scusa improbabile è stata quella di “un errore accidentale”: l’agente avrebbe estratto la pistola invece del taser. Mentre scriviamo, domenica 18 aprile 2021, siamo arrivati alla settima notte consecutiva di proteste contro i continui omicidi della polizia nei confronti di afroamericani ed ispanici cominciati con gli scontri in seguito alla fiaccolata per Daunte Wright. Tutto, poi, avviene nella stessa città nella quale si sta celebrando contemporaneamente il processo agli assassini di George Floyd.
Pochi giorni dopo (il 16 Aprile) un ennesimo omicidio è stato perpetrato a Chicago da parte di poliziotti che hanno ammazzato un tredicenne. Il giovane si chiamava Adam Toledo ed è stato freddato a colpi di pistola mentre scappava. La polizia sostiene che il ragazzo avesse in mano una pistola, altra falsità come dimostrano i video in circolazione online.
Continua la mattanza degli immigrati in USA e non si ferma la rabbia delle comunità vittime della violenza poliziesca. Di seguito un articolo tradotto dal sito Chrimetinc che descrive le prime mobilitazioni dopo l’assassinio di Daunte Wright.
L’11 aprile 2021, un agente di polizia nel sobborgo di Twin Cities, il Brooklyn Center, ha freddato Daunte Wright, un uomo di colore di 20 anni, presumibilmente a causa della registrazione della targa scaduta dell’auto. È accaduto nel bel mezzo del processo contro l’agente di polizia che ha ucciso George Floyd a Minneapolis lo scorso maggio, per cui questo omicidio dimostra che la situazione per i neri minacciati dalla violenza poliziesca da maggio 2020 non è per nulla cambiata. Da qui c’è da trarre importanti conclusioni.
Kim Potter, l’agente di polizia che ha assassinato Daunte Wright, era il presidente dell’Associazione degli ufficiali di polizia del Brooklyn Center; lavora per il dipartimento da quasi 25 anni. Sebbene il sindaco del Brooklyn Center abbia cercato di giustificare l’omicidio come un incidente, nel filmato della sua bodycam si nota che maneggia la pistola per diversi secondi prima di sparargli. L’omicidio di Daunte Wright non è il risultato di una mancanza di formazione, di inesperienza o di protocolli inadeguati. È il prevedibile risultato dell’invio di mercenari armati per terrorizzare impunemente le comunità.
L’agente Kim Potter ed il capo della polizia del Brooklyn Center, Tim Gannon si sono dimessi oggi, ma questo non inciderà sulla probabilità che tali omicidi non si ripetano. Non è questione di poche mele marce. Le manifestazioni della scorsa estate contro gli omicidi della polizia alla fine sono state in parte disinnescate dalle promesse dei politici di smantellare i dipartimenti di polizia. Nessuna di queste promesse ha portato a un cambiamento significativo. Oggi coloro che si oppongono alle uccisioni della polizia devono riconoscere che il l’unico reale smantellamento nel 2020 è stata l’effettiva distruzione del Terzo Distretto da parte delle lotte di base, non certo per le promesse riformiste fatte dopo. L’abolizione della polizia non avverrà grazie agli stessi canali che mettono la polizia al primo posto.
Il portale informativo anarchico “It’s Going Down” offre una panoramica delle manifestazioni di solidarietà svoltesi in tutto il paese in risposta all’omicidio di Daunte Wright. Mentre le condizioni immediate che hanno indotto decine di migliaia di persone ad affrontare apertamente la lotta contro la polizia a maggio e giugno 2020 sono cambiate con la fine dell’amministrazione Trump ed il raffreddarsi della pandemia, l’approccio conflittuale adottato la scorsa estate si è normalizzato e la gamma di tattiche ampiamente considerate legittime si è ampliata. Ciò rappresenta da ora in avanti un nuovo punto di partenza per le lotte contro la supremazia bianca e la violenza della polizia. Nel seguente racconto di Minneapolis, passeremo in rassegna gli eventi delle ultime 48 ore, inclusa la veglia in memoria di Daunte Wright.
Un giorno di primavera freddo e piovoso in Minnesota. Una giovane coppia che esce, un fermo nel traffico, la vita per loro sembra procedere normalmente. Daunte Wright, 20 anni, fermato per irregolarità sulla targa, assassinato dallo Stato. Alla conferenza stampa ufficiale, oltre a rendere pubblico il filmato della bodycam, Mike Elliot, il primo sindaco afroamericano del sobborgo di Brooklyn Center, afferma di credere al fatto che l’agente, Kim Potter, abbia commesso un errore “tragico”, aveva l’intenzione di estrarre il suo taser e invece ha sparato con la sua pistola una “scarica accidentale”. Ennesimo incidente per la polizia, ennesima morte per le persone.
Jamar Clark, 16 novembre 2015; Philando Castile, 6 luglio 2016; George Floyd, 28 maggio 2020; Daunte Wright, 12 aprile 2021. Tutti giovani uomini neri, tutti nel Minnesota, tutti nella contea di Hennepin, tutti assassinati dalla polizia. Mentre Daunte Wright trascorreva la sua giornata senza sapere che sarebbe stata l’ultima, la gente in tutta la nazione assisteva al processo contro l’assassino di George Floyd. Quando l’ufficiale di polizia ha fermato Wright, contemporaneamente l’accusa guidata dal procuratore generale del Minnesota Keith Ellison stava rimettendo il caso di Floyd alla giuria.
articolo completo sul n.14/2021 e su https://umanitanova.org/?p=13991