Cronaca Locale

Consultorio via Popilia, la denuncia di FEM.IN: Migliaia di euro ai privati e allagamenti continui

Il consultorio di Via Popilia serve un vastissimo bacino di utenza, un po’ perché molti altri consultori della provincia sono mezzi dismessi o carenti di personale, un po’ perché si trova al centro della città in uno dei quartieri più popolosi di Cosenza.

Da giorni il Consultorio è chiuso per allagamento, per l’ennesima volta in pochi anni: il sistema fognario fa piangere, ma l’ASP di Cosenza continua imperterrita, da anni, a pagare circa 5 mila euro al mese di affitto a privati per un appartamento che neanche si presta alle necessità di un consultorio con due ginecologi, che infatti devono visitare nella stessa sala. Da sottolineare inoltre il conflitto di interessi del proprietario, il Signor Caroselli, che da una parte è locatore degli spazi del consultorio e dall’altra ha una convenzione di circa 3 milioni di euro all’anno con l’ASP per i servizi del Biolife.

Il guasto, inoltre, va a peggiorare la situazione delle liste d’attesa ormai lunghissime e impedisce agli operatori e alle operatrici di fissare nuovi appuntamenti:

Sono centinaia le donne che aspettano da mesi la riprogrammazione di una visita saltata ormai da più di un anno a causa del lockdown di Marzo 2020, mentre tutte quelle che hanno provato a prenotare nell’ultimo mese sono state caldamente rimbalzate a data da destinarsi.

E come se non bastasse questa situazione ormai nota, perché reiterata, è stata anche da noi segnalata più volte, in particolar modo nell’incontro con l’allora Commissario ASP, dott. Zuccatelli, a cui avanzammo anche una proposta di requisizione di stabili pubblici inutilizzati che avrebbe annullato i costi mensili a favore di un investimento duraturo nel tempo.

‍ Sul cartello apposto alla porta del consultorio, mentre niente viene comunicato sul sito ASP, leggiamo che dal 6 Aprile è possibile prenotare telefonicamente, ma ad oggi nessuno ci risponde al telefono e recandoci direttamente lì, il consultorio è, con tutta certezza, chiuso ad ogni orario.

Forse qualcuno all’ASP pensa che un giorno in più o un giorno in meno per le donne che non possono permettersi un ginecologo o altri servizi sociosanitari nel privato non cambi nulla, tanto se possono aspettare mesi nelle liste d’attesa, possono aspettare altrettanto perché Caroselli o chi per esso risolvano i problemi fognari.

La risposta in ogni caso è no, il diritto alla salute non può aspettare e ci dovete dare urgentemente delle spiegazioni.

SANITÀ PUBBLICA E SPECULAZIONE DEI PRIVATI, A PAGARNE LE CONSEGUENZE SONO SEMPRE I/LE CITTADINI/E.

FEM.IN. Cosentine in lotta

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