Centodieci anni dal disastro dello Stretto: distrutte Reggio e Messina
Il 28 dicembre 1908 si verificò il terremoto più drammatico nella storia d’Italia
Centodieci anni fa, Messina e Reggio Calabria furono colpite da uno degli eventi più tremendi che l’Italia possa ricordare: il grande terremoto e maremoto del 1908. Il cataclisma che si verificò alle 5:20 di mattina uccise più di 100mila persone, colpite nella piena oscurità, immerse nel sonno. La scossa sismica che raggiunse magnitudo 7.1 (11° grado della scala Mercalli), accompagnato da un maremoto, cancellò in soli 37 secondi, alcune città della costa calabra-siciliana.
Messina fu la città più danneggiata, con circa il 90% degli edifici completamente distrutti e gravi perdite in termini di vite umane. Erano crollati gli ospedali, le chiese, le scuole, gli edifici della
I soccorsi arrivarono con ritardo a causa della lontananza della zona colpita, dalla capitale o anche da altre città importanti d’Italia, la notizia sia arrivata con estremo ritardo alle autorità nazionali. Il mattino del 29 arrivò a Reggio Calabria la prima nave di soccorso, la corazzata Napoli che fu l’unico piroscafo italiano che giunse nella città calabrese all’indomani del sisma. Lo spettacolo che si presentò ai primi soccorritori fu terrificante. Decine e decine di paesi, di gruppi di case, in poco più di trenta secondi furono tramutati in cimiteri. Fiamme si levavano anche in vari punti. Le migliaia di cadaveri furono deposti in enormi fosse comuni e i sopravvissuti assistiti e curati. Appena la popolazione apprese dai giornali del 30 dicembre la tragica realtà delle coste sullo Stretto, si iniziò una straordinaria gara di solidarietà. Tutti erano toccati profondamente da questa immane tragedia, che colpiva le terre del sud, già emarginate e povere di per sé.
Ricordare eventi così drammatici, segnati indelebilmente nella nostra memoria, fa ragionare su quanto oggi sia necessario, in una terra ballerina come l’Italia, una massiccia politica di adeguamento antisismico, che agisca preventivamente, mettendo così in sicurezza le molte strutture a rischio presenti nelle varie città italiane.