Bob Marley e il potere rivoluzionario della musica
Cultura e Società

Bob Marley e il potere rivoluzionario della musica

“Finché il color della mia pelle
sarà ben più importante
del colore dei miei occhi, sarà guerra.”

(War, Bob Marley 1976. Parte della canzone è tratta da un discorso fatto dall’imperatore d’Etiopia, Hailé Selassié, dinanzi l’Assemblea delle Nazioni Unite nel 1963)

 

Robert Nesta Marley nacque il 6 febbraio del 1945 a Nine Mile, in Giamaica, da padre britannico, Norval Sinclair Marley e madre giamaicana, Cedella Booker; è stato uno dei più grandi artisti mondiali, chitarrista e cantautore, ha segnato la storia  musicale  di migliaia di generazioni, universalizzando il suo genere , il reggae.

Bob Marley però non fu solo un semplice musicista, l’attualità dei suoi testi,  accompagnati da armonizzazioni musicali inimitabili, raccontano e denunciano l’oppressione politica e razziale che soffoca la libertà; una chiara denuncia e un appello alla ribellione contro  un sistema marcio e corrotto che soggioga i popoli, aizzandoli l’uno contro l’altro. La sua grandezza artistica e morale, sta nel aver creato una musicalità universale, trasmettendo  un messaggio di pace unico e  percepibile,  da ogni individuo.

Pacifista e devoto cultore della religione rastafariana, nel 1978, Bob Marley organizzò un concerto “politico” in Giamaica, dal nome One Love Peace Concert , sempre nel tentativo di arrestare l’ostilità tra i due partiti che nel paese scatenarono una cruenta guerra civile. Su espressa richiesta di Marley, i due leader rivali, Michael Manley ed Edward Seaga  si incontrarono sul palco e si strinsero la mano, ponendo fine alla mattanza fratricida. Nello stesso anno gli fu conferita, a nome di 500 milioni di africani, la medaglia della pace dalle Nazioni Unite.

Morì nel Maggio del 1981 a causa di un melanoma al piede destro; quando gli venne diagnosticato, gli proposero due tipi d’interventi, uno prevedeva l’amputazione del dito, cosa che gli avrebbe impedito di ballare, ma soprattutto di giocare a calcio, l’altro la rimozione parziale dell’unghia. Scelse la seconda possibilità, seppur molto rischiosa, per non rinunciare a vivere come ha sempre voluto.

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