Abusi in carcere: “Garantisti per soli ricchi”
Abusi in carcere: “Garantisti per soli ricchi”
Di Andrea Pertici
La notizia delle violenze degli agenti di polizia giudiziaria nei confronti dei detenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere è un’indecenza per un Paese civile. Una cosa di cui vergognarsi profondamente.
Questo in primo luogo richiede accertamenti rigorosi delle responsabilità degli agenti. Responsabilità che – sia chiaro – sono personali, per cui è inutile sperticarsi (come fa ad esempio Salvini) a difendere la polizia penitenziaria che non è chiamata in causa come tale.
Però, nel paese in cui ogni mattina sui giornali ci sono sempre tanti “garantisti” pronti a correre in soccorso di Berlusconi, della famiglia Renzi, di Emilio Fede ecc. mi sarei aspettato da parte degli stessi un po’ di garantismo anche all’indirizzo di questi carcerati così poco noti, certamente non ricchi e famosi, probabilmente con una provenienza sociale di profondo disagio (che naturalmente non giustifica nessun crimine).
Invece, per dirne una, stamani Sansonetti,
“garantista” quotidianamente piangente (tutti gli altri giorni), era occupato a dileggiare Conte. E tra i molti storici difensori dei soliti noti (fino al caso Fede della scorsa settimana in cui nessuno si è levato in difesa degli agenti che lo avevano svegliato, magari inopportunamente, ma con un’azione molto lontana da un pestaggio) le assenze erano davvero numerose.
I garantisti, in Italia, assomigliano ai liberali: servono solo a proteggere qualche potente. Cioè, fanno l’opposto di un garantista o di un liberale.