19 aprile 1937: L’Italia fascista promulga la prima legge razziale.
Con il regio decreto legge numero 880 del 1937, l’Italia vara la prima legge di tutela della razza, rivolta in particolare agli italiani che vivevano nelle colonie africane.
La legge, composta da un unico articolo, vieta i matrimoni misti e il cosiddetto madamismo, cioè il concubinaggio con donne africane. Il decreto punisce, con la reclusione da 1 a 5 anni di carcere, gli italiani che si macchiano del delitto biologico di «inquinare la razza» e del delitto morale di «elevare» l’indigena al proprio livello, perdendo così il prestigio che gli deriva dall’appartenenza alla «razza superiore».
Ecco il testo del decreto:
“Il cittadino italiano che nel territorio del Regno o delle Coloni tiene relazione d’indole coniugale con persona suddita dell’Africa Orientale italiana o straniera appartenente a popolazione che abbia tradizioni, costumi e concetti giuridici e sociali analoghi a quelli dei sudditi dell’Africa Orientale Italiana, e’ punito con la reclusione da uno a cinque anni.
Il presente decreto sara’ presentato al Parlamento per la conversione in legge. Il Ministro proponente e’ autorizzato alla presentazione del relativo disegno di legge. Ordiniamo che il presente decreto, munito del sigillo dello Stato, sia inserto nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d’Italia, mandando a chiunque spetti di osservarlo e di farlo osservare “.