Non c’è integrazione senza il rispetto dei diritti
Cultura e Società

Non c’è integrazione senza il rispetto dei diritti

Non c’è integrazione senza il rispetto dei diritti

In quest’ultimi decenni il fenomeno dell’immigrazione ha assunto progressivamente dimensioni sempre più rilevanti fino a rappresentare uno dei maggiori problemi che oggi si trova ad affrontare il mondo europeo e, più in generale, occidentale. L’abbattimento delle tradizionali barriere spazio-temporali e la correlata creazione di un unico mercato mondiale, ha favorito al massimo le ricorrenti ondate migratorie dai paesi più poveri del terzo e quarto mondo verso zone più industrializzate, movimenti generati dalla speranza di centinaia di migliaia di persone di sfuggire definitivamente a condizioni d’estremo degrado socio-culturale per fruire di condizioni di vita più umane.

Gli ultimi dati, riportano che dal 1° gennaio al 2 luglio 2018 sono sbarcati sulle coste italiane quasi 17mila migranti di cui 1.137 morti e dispersi nel Mediterraneo, in larga maggioranza sulla rotta centrale dalla Libia verso l’Italia. Il nostro Paese, che da tempo accoglie migranti da tutto il mondo, si trova a vivere e gestire una situazione di emergenza ed è chiamata a prendere coscienza della grande massa di immigrati che vive ed opera nel suo territorio. Il fenomeno ci tocca da vicino e rappresenta un problema che non può essere trascurato o rimandato, ma va affrontato e regolamentato non solo per gli aspetti etici ma, soprattutto sotto l’aspetto giuridico nonché quello dei diritti umani.

Finora il problema è stato affrontato con disorganici interventi legislativi, con la chiusura dei porti decisi dal Governoitaliano, dando spazio alle attività di accoglienza ed assistenza di tipo umanitario che sicuramente devono essere attivate in una situazione di emergenza, ma che non possono bastare quando muta la realtà stessa di un paese per effetto di un afflusso di persone.

Cosa possiamo fare per aiutare questi migranti? Molti esperti affermano di dover cambiare metodo: ovvero, non dobbiamo aiutare gli immigrati, bensì dobbiamo aiutare gli Stati in difficoltà. Secondo uno studio, ci sono circa 1 miliardo di immigrati legalmente riconosciuti l’anno, senza però considerare che altri 6 miliardi di persone avrebbero anch’essi bisogno di migrare verso una realtà migliore. Il motivo principale per cui molte persone emigrano sta nel fatto che nel loro Paese non si trova quel che loro vorrebbero; sapendo questo, e volendo frenare o almeno diminuire il flusso migratorio verso il nostro Paese, si potrebbero stanziare fondi per migliorare l’economia degli stati di provenienza degli immigrati., L’immigrazione non può mai essere un modo efficace e significativo per affrontare la sofferenza delle persone nel mondo. Devono essere aiutati dove vivono. Il 99,9% di loro non saranno mai in grado di emigrare nei Paesi ricchi; non hanno nessuna speranza in questo. Il solo posto dove possono essere aiutati è dove essi vivono.  L’Europa e con essa l’Italia, non può rimanere sorda alle grida d’aiuto.

Aiutiamo il mondo perché il mondo siamo noi !!!

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