Cannabis, la denuncia di Roberto Saviano: ”Vogliono fermare il Referendum”
Vogliono fermare il Referendum Cannabis.
Il successo della campagna del referendum cannabis, che in pochi giorni ha superato l’obiettivo delle 500mila firme, ha scatenato polemiche tra quanti hanno messo in discussione la possibilità di firma digitale attraverso lo SPID che è un servizio di identificazione fornito dallo Stato e utilizzato dalla Pubblica Amministrazione. Sarebbe “troppo facile”, secondo alcuni, convocare referendum in questo modo.
E invece un primo grande ostacolo è già sulla via: per poter depositare la richiesta di referendum è necessario abbinare alle firme raccolte i certificati di iscrizione nelle liste elettorali di tutti i firmatari.
Il termine ultimo per il deposito in Corte di Cassazione è il 30 settembre. Mancano 6 giorni e, ad oggi, i certificati tornati indietro sono solo 130 mila su oltre 580 mila. Nonostante i comuni abbiano l’obbligo di rispondere entro 48 ore, infatti, la maggior parte di essi non è in grado di rispettare questa scadenza.
Per questo i promotori del referendum chiedono al governo di riconoscere la proroga al 30 ottobre che è stata concessa già agli altri referendum (quelli sulla caccia, sull’eutanasia e sulla giustizia).
Ma qui si tratta, semplicemente, di riconoscere al referendum cannabis lo stesso identico diritto riconosciuto agli altri referendum. Tanto più che, in questo caso, a mettere in discussione tutto è l’incapacità della pubblica amministrazione di adempiere a un suo obbligo.
Insomma, se i Comuni non dovessero inviare entro il 30 settembre tutti i certificati elettorali necessari a depositare il quesito, il referendum cannabis rischia seriamente di non poter essere depositato e portato al voto.
Occorre che il governo dimostri di non avere paura della democrazia e della voglia di partecipare che i cittadini hanno messo in campo in questi giorni. Anche perché l’alternativa è un Parlamento immobile che sta drammaticamente trovando l’unica concreta giustificazione alla propria esistenza nel pagamento degli stipendi mensili dei parlamentari. L’immobilità del Parlamento italiano è una intollerabile manifestazione di antipolitica militante.
Per continuare a firmare referendumcannabis.it