Castello Ruffo di Scilla: La Fortezza che osserva la Sicilia (di Chiara Gagliardi)
Sul promontorio Scillèo, a dividere le due spiagge di Marina Grande e Chianalea, sorge il castello Ruffo risalente al V secolo a.C. Durante la tirannia di Anassila, la città di Reggio ebbe una tale importanza da permetterle di ostacolare l’ascesa dei rivali per più di due secoli. Il dominio di Reggio sul sito fu interrotto per soli cinquant’anni da Dionisio, tiranno di Siracusa che nel 390 a.C., sottomise la fortezza dopo un lungo assedio. In epoca romana (precisamente nel III secolo a.C.) il castello impedì la rappresaglia Bruzia (alleata dei Punici) difendendo così la città di Reggio.
Durante il Medioevo vennero attuate altre modifiche alla fortificazione fino a quando, nel 1533, il castello venne acquistato dalla famiglia Ruffo che ne fece una residenza nobiliare. A testimoniare ciò è una grande lapide, che attesta il suo restauro, e lo stemma della famiglia Ruffo, situato proprio nell’ingresso cui si accede da un ponte. Abbiamo poi l’androne a volta ribassata che apre su un cortile e da qui si giunge all’ingresso della residenza attraverso il grande scalone. La residenza, essendo stata di proprietà di una delle casate più ricche e note del regno di Napoli, possiede ampi saloni.
La pianta dell’edificio risulta ad oggi irregolare proprio a causa delle tante ricostruzioni avvenute nel corso del tempo. Dalle mura si può godere di un fantastico panorama che ci dà la possibilità di ammirare le spiagge e il mare cristallino.
Il castello, purtroppo, subì le conseguenze dei terremoti prima del 1783 (fu ristrutturato nel 1810), poi del 1908. Nel 1913 venne costruito un faro che costituì un riferimento per le navi che imboccavano lo stretto di Messina da nord. È una piccola torre cilindrica di 6 metri, di colore bianco con base nera.
In alto si trova la lanterna circondata dalla balconata accessibile per la manutenzione.
Negli ultimi trent’anni il castello è stato utilizzato come ostello della gioventù ma oggi, dopo un restauro, è divenuto un centro culturale ed ospita infatti il Centro regionale per il recupero dei centri storici calabresi.